Lavoretti per la festa del papà

Ecco i nostri lavoretti per la festa del papà.

Abbiamo fatto una camicia estraibile con tanto di colletto, bottoni e filastrocca personalizzata per i babbi.

L’abbiamo inserita in una elegante giacca nera in cartoncino dal cui taschino spunta un bigliettino e abbiamo addobbato il biglietto con una cravatta colorata.

Questa è la casa che Jack costruì

Questa è la casa che Jack costruì (This Is the House That Jack Built) è una ninna nanna di origine anglo sassone che appartiene al folklore inglese.

Si tratta di un racconto cumulativo e ripetitivo che ricorda la canzone Alla fiera dell’est di Angelo Branduardi.

Tramandata oralmente, la prima stampa inglese risale al 1755.

Visto che ai ragazzi piace molto condivido il testo e alcuni video, anche in inglese.

Questa è la casa che Jack costruì.

Questo è l’orzo, che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il topo, che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il gatto, che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il cane, che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questa è la mucca dal corno piegato,

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questa è la fanciulla dal cuor disperato

che munse la mucca dal corno piegato

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è l’uomo lacero e stracciato

che baciò la fanciulla dal cuor disperato

che munse la mucca dal corno piegato

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il prete tosato e sbarbato

che sposò l’uomo lacero e stracciato

che baciò la fanciulla dal cuor disperato

che munse la mucca dal corno piegato

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il gallo col collo tirato,

che svegliò il prete tosato e sbarbato

che sposò l’uomo lacero e stracciato

che baciò la fanciulla dal cuor disperato

che munse la mucca dal corno piegato

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Questo è il villano col grano dorato

che tenne il gallo col collo tirato,

che svegliò il prete tosato e sbarbato

che sposò l’uomo lacero e stracciato

che baciò la fanciulla dal cuor disperato

che munse la mucca dal corno piegato

che incornò il cane

che morse il gatto

che uccise il topo

che mangiò l’orzo,

che sta nella casa che Jack costruì.

Altra versione in italiano con testo modificato:

Bellissima versione in inglese con la ninna nanna cantata a due voci:

Autunno di Gianni Rodari

autunno-riccardo

Autunno

Il gatto rincorre le foglie

secche sul marciapiede.

Le contende (vive le crede)

alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti

scendono rosse e gialle

sono certo farfalle

che sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell’anno

non è per lui che un bel gioco,

e per gli uomini che ne fanno

al tramonto un lieto fuoco.

Gianni Rodari

autunno-giorgia

Analisi della poesia: 

Le <<foglie>> sono paragonate a <<farfalle>>: similitudine.

FOGLIE – FARFALLE

colorate

movimento leggero

leggerezza

farma

Alberi Nudi di Tonino Guerra

alberi-nudi-martina

Alberi nudi

Quando in autunno

c’erano gli alberi nudi,

una sera è arrivata

una nuvola di uccelli

stanchissimi,

e si sono fermati sui rami.

Pareva fossero tornate le foglie

a dondolare al vento.

Tonino Guerra

alberi-nudi-elia

Analisi della poesia:

Nella poesia la parola <<nuvola>> è una metafora.

La parola, infatti, non viene usata nel suo significato reale , concreto, ma per la somiglianza che ha con questo.

NUVOLA STORMO

colore scuro

contorni sfumati

si muovono

Gli uccelli che parevano foglie, è una similitudine.

Gli uccelli sono paragonati a foglie, proprio come le foglie:

riempiono i rami

si muovono un po’

Il testamento di un albero

testamento-albero-alice

Il testamento di un albero

Un albero di un bosco

chiamò gli uccelli e fece testamento:

– Lascio i fiori al mare,

lascio le foglie al vento,

i frutti al sole e poi

tutti i semi a voi.

A voi, poveri uccelli,

perché mi cantavate le canzoni

nella bella stagione.

E voglio che gli sterpi,

quando saranno secchi,

facciano il fuoco per i poverelli.

Trilussa (estratto della poesia originale)